Prati di Tivo, il Tar sospende l’iter per la vendita a Persia ma tra le righe ‘boccia’ Finori

Udienza di merito fissata all’8 giugno con decreto monocratico del presidente che scrive: “Ricorso confuso e che potrebbe dipendere da un’altra aggiudicazione annullata da questo tribunale” (i giudici sono gli stessi che hanno giudicato su Monte Piselli)

TERAMO – Il presidente del Tar Abruzzo, Umberto Realfonzo, con proprio decreto, ha concesso la sospensiva richiesta da Marco Finori dell’efficacia degli atti con cui la Gran Sasso Teramano gli ha revocato l’aggiudicazione degli impianti dei Prati di Tivo e di Pratoselva, e la relativa gestione temporanea. E ha anche fissato l’udienza per approfondire nel merito le richieste avanzate dall’imprenditore sambenedettese: si terrà a brevissimo, il prossimo 8 giugno, nella considerazione che si tratta di una vicenda scandita da tempi molto stretti (e non solo per l’imminenza della stagione estiva quanto anche perchè è in ballo l’aggiudicazione ad un altro proponente).

E’ probabile che la parte ricorrente abbia accolto con favore questa decisione del giudice amministrativo, ma il decreto di tre pagine, nei quattro capoversi di considerazioni, scrive cose che non possono non fuggire ad un occhio attento e conoscitore delle vicende legate a tutti questi mesi di diatribe: “La situazione evidenziata in punto di fatto dalla Società ricorrente appare non solo articolata, ma anche alquanto confusa – scrive il presidente del Tar che aggiunge: “La pretesa della ricorrente potrebbe anche dipendere da un procedimento di concessione la cui aggiudicazione è stata annullata da questo Tar con sentenza n.132/2020, confermata dal Consiglio di Stato Sez. V con sentenza n.6168/2020”, facendo riferimento ad una vicenda che Finori conosce bene, perchè è quella relativa all’aggiudicazione degli impianti di Monte Piselli, che Finori aveva ottenuto ma che gli era stata revocata in un secondo tempo (e gli avvocati della controparte erano quegli stessi che oggi lui ha incaricato di proporre ricorso).

In ogni caso, gli effetti concreti di questa pronuncia sono diretti: la firma dell’atto tra la Gst e l’impresa dei Fratelli Persia per l’acquisto degli impianti slitterà molto probabilmente alla prima decade di giugno e comunque non prima del giorno fissato per la trattazione (con tutto il collegio del Tar riunito), ovvero l’8 giugno. Sulla carta, inoltre Finori resta gestore degli impianti anche per la stagione estiva. La sensazione, purtroppo, è che a rimetterci, ancora una volta sarà il territorio, con il rischio che la stagione estiva per il funzionamento della seggiocabinovia salti inevitabilmente.